lunedì 13 maggio 2013

Amica Amaca

"Sei cambiata"
"Sono cambiata"
"Hai i capelli diversi"
"Questa non è una novità"
"Cosa prendi?"
"Il solito"
"Non sei cambiata"
"Non sono cambiata"

E sorrisi, e bacini, e versi da vecchi cartoni animati.
Capaci delle conversazioni più ampie, frequentiamo scrittori, poeti, pittori e musicisti.
Eppure si parla lo stesso di uomini, abiti, attrici, modelli, quel disco dei radiohead che tanto ci piacque anni fa.
E poi sandali, cuccioli, sconti e quell'ultimo libro che dannazione è bello e tremendo fino alla quarta di copertina.

-Mi sei mancata, che profumo buono, hai cambiato lo shampoo?
-Ho detto basta ai semi di lino, è Jean Paul Gaultier, anche tu tanto.

L'abito non fa il monaco, no, con i pantaloni grigi della tuta abbiamo vinto vere guerre, coi capelli spettinati a nido abbiamo scoperto il mondo e senza neanche fondotinta ci siamo fatte invincibili.
Ci siamo arrabbiate, fraintese, finite le frasi, prestate le scarpe.
Nessuno direbbe che siamo così intelligenti sotto quest'aria leggera.
Nessuno direbbe che siamo tanto leggere sotto quest'aria intelligente.
E le notti a guardare le stelle stringendo le mani tra noi con i sogni intrecciati alle dita.
E il mare spagnolo a dar prova del nostro talento snodato.
E quella sera dopo il concerto, a infilarci il costume da bagno in quel parcheggio, tra i fiori, i rovi, gli sterpi e gli amici.
Amica mia.
Preziosa.
Paziente.
Rarissima.
Ci dondoliamo con la testa sulla spalla dell'altra, con la testa sulla testa dell'altra, cullate da questo scirocco che non ci fa dormire sognando l'estate che brucia la pelle di sale, di sole.
Ti voglio un bene senza tempo, un bene mai iniziato, che ho solo scoperto.

"Non sei cambiata"
"Non sono cambiata"
"Hai qualcosa negl'occhi"
"Un ciglio? Un insetto? Una trave?"
"Un brillio."
"Un brillio."
"Sei cambiata."
"Sono cambiata. "

Ma fa lo stesso

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