lunedì 3 dicembre 2012

La ragazza ed il pittore.

Allora, loro due sono in macchina.
Lui guida.
È pomeriggio, è quasi estate e c'è la luce di quel sole che comincia a scaldare la pelle.
Passano per una strada sterrata tra colline e boschi radi. Ogni tanto lui si volta e la guarda e la vede bella, lei è bella, certo, è bellissima ma anche triste.
Ci sono quelle persone che tu vedi belle di quella bellezza imperfetta, un po' languida, con quella vena di malinconia in fondo a gl'occhi, con quei silenzi presi e messi lì, mentre tutto il resto ride e così via...hai presente? Ecco lei è così e tiene la testa inclinata verso il finestrino, come per seguire meglio un pensiero ed è felice, sì felice e triste, come un ricordo.
"Guardi fuori?"  gli dice lui e sorride.
"Sì, hai visto, c'è un gatto sul ciglio della strada"
"Che dici?" risponde serio
Lei ride, gli tira un colpo su una spalla e gli dice che è un cretino, dopo un po' ride anche lui.
Ah già, lei recesnisce di libri, lui è un pittore ma da quando sta con lei fa anche lo scultore, perché lei è bella, bellissima e cieca.
E la loro è una storia d'amore piena di cose che si vedono, che si leggono ma anche che si sentono. Un amore fatto con le mani e un po' di parole, un amore al dettaglio.
C'è lei che il venerdì mattina in radio, parla di libri nuovi e vecchi, di situazioni scomode come marciapiedi sconosciuti e di quanto le tremi il cuore a passare le dita sulle pennellate spesse di tempera oleosa che lui lascia sulle tele.
C'è lui che da quando sta con lei vede più affondo, si accorge di equilibri piccoli e perfetti e cerca sempre, ancora più di prima.
Qui in questa scena si capisce poco magari, si vede solo che ridono, che si vogliono bene e che sotto il sole di metà maggio, un vecchio maggiolino, due valigie, tele e cavalletto sono una promessa, seppur esile, di felicità.
Vabbè poi la storia si svolge al casale ma quello che mi interessava è che tu che disegni, renda l'idea di un mondo
che non si vede.

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