giovedì 30 dicembre 2010

The Other Boleyn Girl


Bello.
Se non penso alle imprecisioni storiche.
Poi Natalie è bellissima.
Ma anche Scarlett lo è.
E questo film, come altri, è origine di profondo dibattito interiore.
Anne o Mary? E non esteticamente.


Non a caso, il mio nuovo tatuaggio sarà la parola che, per eccellenza, mi rappresenta.

Oxumoròn.

In greco. Ma si capisce bene lo stesso.
Il perché, è altrettanto evidente: per non scordarmi chi sono e non spaventarmi nei momenti di analitica ed assoluta autoconsapevolezza.
Perché talvolta, nel rendermi conto della mia consona capacità di desiderare d'essere una tal persona ed il suo chiaro opposto, provo una certa perplessità avvolta da una velata confusione.
Certo, poi mi dico " è normale, io sono fatta così" e tutto rientra negli schemi, forse.

E' che non posso esimermi da questa costante ed onnipresente domanda che mi assilla ed è intersecata nella trama di tutta la mia vita intera.
Immanente.
Onnipresente.
E poi c'è quel buon senso che mi porto dietro da sempre e che, malgrado i miei sforzi negazionisti, non riesco ad estirpare.

E dunque.
Per quanto sia affascinata da relazioni libertine, ambigue, segrete e belle come solo le bugie tra amanti siano, quello che voglio per me è diverso. Lontanto da tutto ciò.
Mi scopro a desiderare la banalità di un salotto e un film, di un té dopo cena, della coperta lanosa scozzese.
Una cosa da ultrasessantenni in pratica.
E mi piace e mi fa senso insieme, ovviamente.
Però mi rendo anche conto che non basta volere una cosa, deve andare bene, deve tornare, anche il modo in cui questa cosa ti giunga.
Già, è una fissazione questa del "modo" per me, ma è un altro discorso...
Tornando alla confusione soprastante, se il modo non è quello giusto, allora passo, aspetto il prossimo giro. Sì.
Perché in questo adorabile quadretto, c'è un elemento che non deve e non può mancare:
la serenità.
Quell'armonia con la vita che senti trovandoti nel giusto posto, al giusto momento, con la giusta persona di fronte.
Ecco.
Il punto ultimo è che se la serenità di qualcuno si trovasse aldilà del momento e del posto in cui mi trovi io, sebbene egoisticamente non sia portata ad una placida accettazione bensì ad uno sclero alla maga magò, non posso proprio fare nient'altro che aprire la porta di casa e dare il biglietto per la libertà a tal qualcuno.
Già.

Pensandoci bene, in fin dei conti ho mentito, so chi sarei tra le Boleyn.

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