martedì 31 luglio 2012

Notturno Dialogo Triviale

- A che pensi?
- A lui...
- E che pensi?
- Di parlarci...
- E dirgli cosa?
- "Prendimi e sbattimi qui, al muro di questa stazione!"
- E ma che volgare sei...
- Dici? Hai ragione...
 "Prendimi e sbattimi qui, a questa parete intonacata dell' Accademia della Crusca!"
 ... meglio?

Non si Reincolla il vetro.

No infatti.
Che poi dipende, se ti si stacca il manico di una caraffa lo puoi anche reincollare, certo poi magari non la afferreresti più con la stessa sicurezza ma almeno le hai fatto capire che ci tieni, che alla fine è la tua caraffa e non vuoi sostituirla con un pezzo infrangibile di plastica trasparente, vuoi lei, il pezzo unico, il tuo pezzo unico.

Già se parliamo di vetri veri, di bottiglia o di finestra, la questione si fa spinosa perché lì le giunture disgiunte le vedi tutte, però puoi usare la pastina color piombo o d'oro magari, quella che si usa per i mosaici, che non costa poco ma se ti interessa reincollare i pezzetti la compri lo stesso, magari rinunciando ad una manciata di sigarette.
Anche due manciate.

Il cristallo non fa le schegge, fa frammenti minuscoli e taglientissimi.
Con il cristallo è un lavoro da certosini matti fino al midollo.
Matti di professione, come quelli dei manicomi che stanno seduti soli al tavolino accanto alla finestra e dondolano sulla sedia che per tutto il giorno, e a volte anche la notte, produce lo stesso identico cigolio.
"Ma tutto è reincollabile" si vocifera tra gli irriducibili veterani del clan della bifase.

Alla fine però è tutto tempo perso.
Se dicono che il vetro non si reincolla è perché è vero che non si reincolla.
Lo ricicli ma non puoi appiccicare le scheggettine di un bicchiere sperando che non si veda che l'hai rotto perché l'hai rotto e resterà così.
Rotto. E reincollato.
Quindi brutto e non funzionale.

E io invece, al solito, reincollo tutto.
Dal murano allo swarovski.
Solo che a reincollare i vetri ti tagli le dita.
Ma sono una recidiva e se i miei legami li vedo luccicanti e fragili come il vetro, il conto è presto fatto.
E allora mi ci taglio le mani, i polsi, le braccia, forse pure una spalla una volta.

Ma l'amicizia sopra ogni possibile unione vetrina, non solo dev'essere trasparente, deve proprio, per definizione, essere cristallina.
Deve brillare del proprio personale riflesso.
Deve splendere della semplicità del non colore attraverso il quale filtri tutto ciò che accade.
E quando guardandoci attraverso vedi quel che sembra un pelino e invece scopri essere una crepa, puoi credere che se posi delicatamente l'oggetto e lo terrai con cura ed attenzione andrà tutto bene, ma quando il vetro si incrina, la clessidra della crepa si volta in favore delle mille schegge che saranno.

L'importante è che a creparsi non sia lo specchio.
Lì nemmeno i certosini più folli sarebbero d'aiuto.

Quindi dovrei farmi un favore e buttare i cocci nella campana blu.


lunedì 30 luglio 2012

D'ispirazione

Tangibile.
Tra il sonno, il sogno, il vino e le lenzuola.
C'è la tua mano lungo la mia schiena nuda.
Il tuo respiro soffia e reinfiamma il mio desiderio sottocenere.
Io sono qui.
Tu, tu pure.
C'è ancora la tua mano.
Sul mio collo
sul mio viso
delicata e
violenta.
Come sempre.
Io mi divincolo
e la punta delle tue dita dipinge su di me
linee dure
e morbide
e profonde
di dolcissimo strazio.
Ti voglio e tu
mi tieni ad una spanna di distanza.
Il tempo sei tu a batterlo
o così mi piace che pensi.
C'è la tua mano stretta alla mia
i palmi attaccati
incollati
le dita
intrecciate
annodate
Ti sento scorrere dentro
e ancora
le mie mani
le tue mani
e rimani
vorrei dirti
rimani.

C'è la tua mano sulla mia schiena nuda.
Tra le lenzuola, il vino, il sogno e il sonno.
Tangibile.




venerdì 27 luglio 2012

Una triste ricorrenza.

Un anno.
E' passato un anno.
Guardo e vedo ancora il vuoto di una spiegazione inesistente.
Sì non ci vedevamo o sentivamo spesso.
Ma avevamo gusti musicali simili.
E mi ricordo tante cose insieme da bambine, in piazza nova, all'altalena o all'acli o nel giardino della casa del popolo.
E quando leggo del tuo sorriso, cazzo era proprio vero, è la cosa di te che è rimasta stampata a fuoco in tutti quelli che t'hanno conosciuta, anche per poco, anche da fuori.
Un anno.
E' passato un anno.
E t'ho pensata tanto, in tanti momenti, quando la vita mi ha fatto lo sgambetto o c'ha provato, anche solo ricordare il tuo nome è servito, ha funzionato.
E non dimenticherò mai tutto l'amore che hai lasciato qui, un paese intero rassegnato alla tua ingiustificata assenza.
Non ho mai pianto tanto veramente.
Non ho mai visto tanto dolore vero insieme.
E quella canzone bella da far male, che quando passa in radio è un colpo netto al cuore, un pensiero dritto a te.
E' passato un anno.
Solo un anno.
Nessuno ti ha dimenticata, ma questo, di sicuro, già lo sai.

Balocchi e Profumi

I profumi li odio e non li vendo.
Me ne piacciono, precisi, giusto tre.
Nella mia memoria non sono nomi, confezioni od etichette,
sono ricordi stretti a sensazioni.
Li vaporizzo e penso a quella volta lì, al lago a mezzanotte.
O a quella volta in cui ballammo finché non fu mattina.
O agl'occhi belli di mia mamma che mi raccontava un sogno, una speranza.

Che poi è vero e non è vero, al solito...
Nessuna nuvola rosa che m'avvolge.
Nessuna aria suadente nel consigliare la fragranza esatta.
Non me ne intendo.
Però mi piace da morire l'odore della primavera che fa capolino dall'odore freddo dell'inverno che sa di neve, di castagne bruciate e buca il naso.
Mi piace l'odore della pioggia estiva, della malinconia che lascia e che il sole rovente asciuga in fretta.
Amo il profumo dei biscotti in forno, del cioccolato in tazza e del caffè.
Della vaniglia, delle fragole, della menta fresca e del basilico.

Amo l'odore dolce della pelle.
Quello che resta la mattina dopo.
Quello che riconosci quando abbracci.
Quando baci.
L'odore buono che ovunque sei, ovunque sia o siate, fa sentire a casa.

giovedì 26 luglio 2012

Amore a prima vista



Eppure penso che vorrei sentire come starebbe la tua mano intrecciata alla mia, 
che sapore avrebbero i tuoi baci del mi sei mancata e tutto il resto, 
dalle carezze prima di dormire al caffè preso nelle mie tazze strane. 
Sì tutto questo ed altro ed altro ancora, stretto in un pensiero di un minuto appena, 
che, in fin dei conti, è da quanto ti conosco.










Amore a prima vista


Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, 
credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, 
i corridoidove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere lorose non ricordano -una volta un faccia a facciaforse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapereche già da parecchio
il caso stava giocando con loro. 
Non ancora del tutto prontoa mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,gli tagliava la stradae soffocando un risolinosi scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò viada una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la pallatra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli

in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infattiè solo un seguito

e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.


Wislawa Szymbroska 







venerdì 6 luglio 2012

Distrazioni

Sto mettendo in ordine, poi mi fermo solo un istante e guardo.
Guardo la trave portante sopra il mio letto.
La sfioro con la mano.
Con la punta delle dita seguo le venature e mi soffermo sui nodi che formano.
Un movimento lento.
Ipnotico.

Respiro.

La mia mano sul tuo viso.
Le mie dita sulle tue labbra.
Lungo il collo.
Piano sulle clavicole sporgenti.
Sul petto.
Lungo l'addome caldo e segnato dai muscoli.
Poi l'incavo del bacino, le vene.

Respiro.

Non importa se bevo acqua gelida o leggo noiosa saggistica perché
c'è il divano. 
La scrivania.
La colonna.
Il pavimento del corridoio.
La porta con l'oblò della cucina.
Oddio la cucina.
Il piano di lavoro.
Il lavello.
Il tavolo di legno.
La lavatrice.
La trave più bassa.
La doccia immensa.
L'armadio.
La coiffeuse.
La specchiera.
e il letto.
Già, anche il letto.

Respiro.

Un bip del telefono:

"sai ti pensavo. che stai facendo?"

"metto in ordine."

domenica 1 luglio 2012

Pensiero stupendo

Le mani le suePrima o poiPoteva accadere saiSi può scivolare se così si può direquestioni di cuore.
Pensiero stupendoNasce un poco strisciandoSi potrebbe trattare di bisogno d'amore