martedì 31 luglio 2012

Non si Reincolla il vetro.

No infatti.
Che poi dipende, se ti si stacca il manico di una caraffa lo puoi anche reincollare, certo poi magari non la afferreresti più con la stessa sicurezza ma almeno le hai fatto capire che ci tieni, che alla fine è la tua caraffa e non vuoi sostituirla con un pezzo infrangibile di plastica trasparente, vuoi lei, il pezzo unico, il tuo pezzo unico.

Già se parliamo di vetri veri, di bottiglia o di finestra, la questione si fa spinosa perché lì le giunture disgiunte le vedi tutte, però puoi usare la pastina color piombo o d'oro magari, quella che si usa per i mosaici, che non costa poco ma se ti interessa reincollare i pezzetti la compri lo stesso, magari rinunciando ad una manciata di sigarette.
Anche due manciate.

Il cristallo non fa le schegge, fa frammenti minuscoli e taglientissimi.
Con il cristallo è un lavoro da certosini matti fino al midollo.
Matti di professione, come quelli dei manicomi che stanno seduti soli al tavolino accanto alla finestra e dondolano sulla sedia che per tutto il giorno, e a volte anche la notte, produce lo stesso identico cigolio.
"Ma tutto è reincollabile" si vocifera tra gli irriducibili veterani del clan della bifase.

Alla fine però è tutto tempo perso.
Se dicono che il vetro non si reincolla è perché è vero che non si reincolla.
Lo ricicli ma non puoi appiccicare le scheggettine di un bicchiere sperando che non si veda che l'hai rotto perché l'hai rotto e resterà così.
Rotto. E reincollato.
Quindi brutto e non funzionale.

E io invece, al solito, reincollo tutto.
Dal murano allo swarovski.
Solo che a reincollare i vetri ti tagli le dita.
Ma sono una recidiva e se i miei legami li vedo luccicanti e fragili come il vetro, il conto è presto fatto.
E allora mi ci taglio le mani, i polsi, le braccia, forse pure una spalla una volta.

Ma l'amicizia sopra ogni possibile unione vetrina, non solo dev'essere trasparente, deve proprio, per definizione, essere cristallina.
Deve brillare del proprio personale riflesso.
Deve splendere della semplicità del non colore attraverso il quale filtri tutto ciò che accade.
E quando guardandoci attraverso vedi quel che sembra un pelino e invece scopri essere una crepa, puoi credere che se posi delicatamente l'oggetto e lo terrai con cura ed attenzione andrà tutto bene, ma quando il vetro si incrina, la clessidra della crepa si volta in favore delle mille schegge che saranno.

L'importante è che a creparsi non sia lo specchio.
Lì nemmeno i certosini più folli sarebbero d'aiuto.

Quindi dovrei farmi un favore e buttare i cocci nella campana blu.


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