martedì 25 gennaio 2011

Dormi con me.

Insomma, sembra che tra facebook e I-google, siano tutti a riarredare mansarde.
Certo non sono immune al fascino della trave a vista, è che ci ho battuto tante di quelle immeritate testate che l'idea di avere un soffitto a 3m di distanza non è che mi dispiaccia poi tanto...
Però poi ho visto questa e...
eh...
e mi ci sono vista tutte quelle sere passate a guardare la luna dalla vasistas, e a scrivere, disegnare, pensare troppo, o semplicemente lì, a coccolare quello tra i gatti che ancora non dorme...
perfetta.

Au Revoir...

Con la convinzione disegnevole che mi ha colto in questa settimana, ho svogliatamente iniziato a riempire la rosa-valigia che mi porterò dietro in questi giorni.
Destinazione: Angouleme.
Aspettative: zero.
E per la testa ho circa tre pensieri:
- trovare qualcosa della mia rosa di autori mangialumache.
- trovare qualcosa per chi rimane qui tra i mangiaspaghetti.
- tornare a casa incolume. In realtà, anche solo tornare a casa.
Scrivo e cancello perché non so come tagliare questo post.
Che sto scrivendo per non abbandonare il blog per sei giorni, senza spiegazione alcuna.
Tengo le dita ben incrociate e l'unica cosa che spero segretamente è di cogliere quell'atmosfera tipica di eventi simili. La parte buona. Quella senza manga...
E nell'attesa continua del mio essere un'umana incasinata, ripenso a Pavese e mi rifugio tra qualche pagina del suo bel diario.
Ma se c'è una cosa che risolve le turbe femminee interiori. Anche le più profonde.
Beh, signori miei, è solamente lo shopping.
Quindi passo e chiudo, in direzione di vetrine e banchi, in compagnia della ricciola più bella...

sabato 22 gennaio 2011

Dimmi quand'è che hai vissuto le piccole cose, che fanno grande la tua vita...

Le cose non vanno mai come credi.
Tantomeno come desideri.
E volendo fare statistiche, la legge di Murphy ci ripete, stanca come Cassandra, che non è vero che un qualche accadimento possa avere le stesse probabilità di andar a buon e a cattivo fine...
Non si tratta MAI di un vero 50 e 50.
Se c'è la possibilità che vada male, è quasi certo (dove il quasi è rappresentato da un 1 % proforma) che così andrà.
Sono troppo pigra perché la mia preparazione si trovi spesso al passo con le occasioni che capitano, quindi ho anche imparato che la sorte gira e che è sempre, comunque, importante aver fede nel proprio destino, in noi stessi ed in quella manciata di buon'anime che ci sta vicino vicino.
E così, anche nei momenti di sfiga più colossale, in cui te ne capitano inverosimilmente troppe ed immagini di premere pausa, guardando in camera, e parlare con i fantaspettatori ridenti delle tue disgrazie... ecco anche lì, l'importante è tener presente che "non potrà piovere per sempre" (forse).

Ecco.
Credo a quello che ho scritto, però: Regia! Manipolo di Sceneggiatori della mia vita!
Malgrado tutto, che bisogno c'era di farmi assaporare così a fondo il gusto pieno del Winsor e Newton INK?????






lunedì 17 gennaio 2011

C'est la vie...de merde


Studiare fumetto è tendenzialmente figo.
Frequentare la Comics è egualmente, tendenzialmente figo.
E' una scuola che costa tanto da esser presa tendenzialmente sul serio
e che, frequentandola, ti rende tendenzialmente un artista.
Il disegnare passa da hobby a passione, da passione ad amore e da amore a...
beh, dall'amore alla mania, grafomania, il passo non è poi così lungo...
E quindi ti ritrovi in quattro e quattr'otto a sentire le mani impazienti di riportare sulla fedele moleskine ( che non uso perché penso sempre sia troppo bella per i miei disegni) quel dettaglio, quella figura, quell'esclamazione che in quel momento ti intoppa la mente.
E' una malattia, ma una malattia tendenzialmente figa.
Al solito, c'è un rovescio della medaglia, perché mentre sei lì, nell'angolo della festa,
accanto alla lumiera vintage, e le linee che tracci con passione, non sono solo disegni ma flussi emotivi interiori, e pensi alle graphic novel che t'hanno toccato il cuore, che t'hanno fatto star male da quanto cazzo erano vere, insomma mentre sei in quello stato di simil-nirvana, ti può sì capitare di cadere nell'occhio di un'anima affine, ma persino in quello della più-che-ventenne-entusiasta-e-di-rosa-vestita che ti guarda con occhio languido, glitterato e spalancato e che con voce squillante ti dice:
"Disegniiii!!!ooooh come disegni bene!!!!No!!!ti prego, mi disegni hello kitti per la mano a winnie pooh vestito da coniglietto??? Sai, come fanno i ciondolini di gomma, che esce solo la testa?? Se ti riesce eh...

La routine. Tendenzialmente...

mercoledì 12 gennaio 2011

martedì 11 gennaio 2011

Dubito ergo Sum

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi."
"Ne sei sicuro?"
"Non ho alcun dubbio"
cito mia mamma che cita De Crescenzo. Sempre.



Chi non ha mai googlato una domanda esistenziale?
Oggi pensavo alla mia incrollabile fiducia amorosa.
Che mi fa sentire tanto ingenua quanto forte.
Ma non è il discorso portatore di valori a saldo che ho in mente.
Penso piuttosto a quanto sia semplice sembrare bravi di fronte alle altrui debolezze.
E a quanto siano rare le persone che si possano guardare in faccia senza vergogna o disprezzo. Per eccesso.
Ma non era nemmeno questo.
O meglio, c'entrano, forse, entrambe le cose.
Googlando circa l'amore e soprattutto su come si faccia a comprendere se si ami o meno, sono finita in un forum dal floreale tema, con utenza femminile del 99.9 periodico % .
Uno di quelli dove si possano trovare i pipponi dattiloscritti più lunghi et infruttuosi del web intero.
Insomma lì.
E sotto questo interrogativo, la risposta più gettonata era la seguente:

Dal momento in cui sorgono i dubbi, non sei più innamorato.

mh.
Accantonando per un attimo le mia religione Disneyana e Austeniana, non riesco comunque a non pensare che questa sia una cazzata.
Credo che questa parola, dubbio, nel fragile animo collettivo, sia spaventosa, mostruosa, sintomo di angoscia più efficace della scadenza incombente delle bollette.

-Devo pagare 8267.30 € di utenze perché non sapevo che mia sorella fosse in giappone mentre la chiamavo per dirle che ho dei dubbi.

-Oh mio Dio! ma com'è potuto succedere! Hai dei dubbi???Povera cara, ti compatisco.

Il dubbio è diventato il segno più palese dell'impurità di un pensiero o di un sentimento.
Ecco, per me che credo nell'amore come una dodicenne e che sono stata cresciuta con l'abitudine a tenere il cervello acceso, abitudine dalla quale, talvolta, prendo le distanze,
ho sempre visto il Dubbio come un mezzo, come un punto fondamentale per l'evoluzione mentale.
Il punto interrogativo è stato il primo simbolo che abbia messo in bocca al primo personaggio da me creato.
Farsi domande non è sintomo solo di debolezza o mancata convinzione.
Da una domanda può nascere la riconferma con la stessa probabilità con cui si possa scegliere di cambiare direzione.
Il dubbio è manifestazione del ruolo attivo nella propria vita.
E dubitare di noi stessi, come scriveva Ojetti,e non solo, è il primo segno d'intelligenza.
L'amore che si prova pe un essere vivente, un altro da noi, non credo sarebbe vero se scevro dalla presenza del suddetto dubbio.
Davvero, a volte, siamo così spaventati dal nostro dubitare che rischiamo di perdere o perdiamo ciò che ci sta a cuore.
Il dubbio dovrebbe spronare all'indagine, non affievolire il coraggio.
E per tornare a noi, vorrei dire a tutti questi che pronunciano incisi colmi di falsa saggezza, che vincono facile, giocano comodo, che sono bravi tutti a girare il dito nella piaga e che è di gran lunga più semplice gettare la spugna all'alba del dubbio piuttosto che guardarci dentro e arrivarne al tramonto dopo un po' di vita.
Ecco. Io credo che, per quanto si possa soffrire, per quanto sia profondo un patimento, l'amore valga sempre la pena e valga sempre e per sempre la pena crederci.
Questo è ciò che, anche i classici Disney mi hanno detto, perché in quelle storie non c'è solo lo scintillio dei primi passi di una coppia, c'è un valore vero.
Musica di sottofondo.
La folla, dopo un attimo di silenzio, applaude sconvolta.

A forza di tutto questo rimuginare, una leggera emicrania ha attanagliato la mia nonpiccola testa...

C'est mieux que je vais dormir.
Bonne Nuit.



però, il vero interrogativo che non mi fa chiudere occhio è:

se fossi ancora bionda, al posto delle tempie, a dolermi sarebbero le tette?

lunedì 10 gennaio 2011

Interrogativi

Com'è possibile che i blog di gente che disegna peggio di me, il che è veramente tutto dire, arrivino ad avere 118 followers e almeno 8 commenti a post?

Non me ne capacito.

Quando penserai "io non ci vedo"...































domenica 9 gennaio 2011

Yellowcard

guDescription





Mostrami il tuo blog e ti dirò chi sei.

Ecco, figurarsi se dalla visione del mio, potrebbe mai venir fuori qualcosa di anche vagamente definito.
Ma non ha davvero importanza.
E mentre ascolto un'ultrantica compilation di BonJovi, e mi rendo conto di star scrivendo l'ennesimo diario, il fatto di sapere con certezza, cosa io sia, improvvisamente, non è così fondamentale.
Quindi lascio scorrere ed elenco un po' di cose, decise e scoperte...

*anche se non sono capace, usare i pennelli è bellissimo.

*se sono Kolinsky, dipende.

*la lista dei buoni propositi non l'ho fatta, però ho riempito la "scrivania" di post-it di cose da non scordare.

* il mio parrucchiere bravo e bello, ha anche scritto un libro.

* studiare cose che ti pongono in una situazione di diretto confronto è tremendo. Un patimento. Ma per meno di questo non vale la pena.

* Arisa a me piace.

* E anche Bon Jovi.


mercoledì 5 gennaio 2011

Ed io chi sono?

Bella domanda.

Gud, alias Giulia Ursenna Dorati, sono io.
Scrivo riflessioni, storie e racconti brevi perché ne sento il bisogno.
Disegno perché amo farlo.
Cerco di ritagliare il mio spazio nel mondo del lavoro attraverso ciò che mi entusiasmi.
Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e fonti di ispirazione che accrescano la mia capacità comunicativa.
Sono appassionata di design e comunicazione visiva e sto muovendo i primi passi nel mondo della scenografia teatrale e cinematografica.

Vivo in bilico tra tutto ciò che so e vorrei saper fare, in un personale equilibrio fatto di ossimori, pennelli zuppi d'acquerello e tacchi a spillo.

(ndr Detesto parlare di me in questa tecnica chiave autobiografica)



E.

“Emma, ti amo.
Sei tu la donna della mia vita!”
Le disse Phil, sotto i piccoli, gelidi fiocchi di dicembre.

Cinque giorni dopo, Emma, tornava a casa con le buste della spesa, quelle di plastica doppia, perché quelle più leggere ed ecologiche le si erano dilaniate tra le mani appena sollevate dalla cassa, generando la frittata di sei uova che aveva in mente di cucinare per pranzo.
Fatta un’altra fila alla cassa, comperate altre sei uova, Emma cercò di fare in fretta per riuscire a preparare il pranzo, prima che Phil dovesse tornare a lavoro.
Entrando in casa trovò il suo amato Phil, in ginocchio davanti al divano, tra le gambe di Vanessa, la prosperosa commessa dell’alimentari all’angolo della strada.

Rettifica: nemmeno le buste in plastica doppia salvano dalla frittata sul pavimento.

lunedì 3 gennaio 2011

Je t'aime...

Quando ripenso a quel sorriso, che in un certo senso, da quel giorno, mi ha spaccato il cuore,
mi rendo conto che ogni cosa, porta in sé una parte di quel piccolo segreto, chiuso in fondo al desiderio di un "per sempre" impronunciato.

Questa sciocchezza l'ho trovata scritta sul quadernino dove un anno fa, tenevo le note salienti del mio percorso on Photoshop. Quadernino caduto in malora e finito insieme ad appunti di terza liceo, riesumati cercando il foglio coi dati della mia carta di credito...
Stranezze della vita.

Mi ricordo quando la scrissi, ma voglio dedicarla alla mia amata ed odiata consanguinea, che stasera ha preso un treno con la sua dolce metà, per andare a trascorrere il resto della settimana, nella città dove albergano le mie fantasie, e non solo le mie.
Paris.

Quando si segue lo stesso ritmo, quando si sente la stessa musica, quando il respiro è scambievole ed il tempo insieme non basta mai, l'amore è bellissimo.
E' un continuo divenire.
E lo so che cambia, ma la cosa non è poi così spaventosa, perché se l'impianto audio è buono, tutto fila liscio.
E spero che l'entusiasmo che accende l'incontro dei loro sguardi, in loro, non sia affievolito dallo scorrere del tempo, che in fin dei conti è un galantuomo.
Bisogna aver fede. Giorno per giorno.
Buon viaggio cari giovinastri innamorati...