giovedì 24 febbraio 2011

Appuntamento col Destino

"Stesso posto e stessa ora?"

"Certamente."

Ma che vuol dire "certamente"?
Razza di sgrammaticato, è uno stramaledetto avverbio che così solo non vuol dire assolutamente niente.
Vago ed incerto...
Falso ed abile.
Al solito.

"Allora a  più tardi."

Insistere è inutile.
Sarà pure tanto potente ma in fin dei conti...

Parlare con lui, anche solo per telefono, mi da una strana sensazione.
Mi fa sentire dentro il vuoto e l'universo intero insieme.
La voce mi esplode dal mezzo del petto e la gola si stringe in un colpo.

All'inizio era tutto più teso.
Ogni singola parola era calibratissima.
Ed un po', lo temevo.

Adesso...
Adesso sono successe tante di quelle cose, che è diventato un gioco a carte scoperte.
Alla pari.
Quasi.

Lui.
Conosco il suo compito.
So quale sia il suo ruolo.
Mi rendo conto che certe cose le faccia perché deve, non perché vuole.
Però conosco anche lui.
Bene come nessuna mai.
E so che in fin dei conti, farmi girare, un po', gli piace.
Annoda i miei fili col sorriso sghembo sulle labbra.
Ed ogni disastro è la sua firma.
La sua presenza, a suo modo, nella mia vita.
Non lo approvo.
Non avrà mai il mio plauso.
Ma lo capisco.

E mi tiene così.
Sospesa.
Sul filo del rasoio.
Sull'orlo del crollo.
Ed in cuor suo, se ne ha uno, spera che io smetta di farlo.
Spera che smetta di insistere.
Spera che smetta di dirgli che, in fin dei conti, è lui che sceglie.

E' per questo che fa di tutto per abbattere le mie convinzioni.
E' per questo, che mi invita in questa danza di illusioni effimere ed esiti reali.
Contorti.
Orribili.

E per un po' ha funzionato.
Per un po' gli ho creduto.

Poi ho imparato.
Ho visto.
Ho compreso quale fosse il mio potere su di lui.
Ed è lì che ho smesso di temerlo.
Ed'è da lì che mi ha voluta come non mai.

Ed eccolo che arriva.
Con passo lento e cadenzato.
Sempre più vicino.

"Ti ho fatta attendere a lungo?"

"No..."

"Mi ami ancora?"

"Certamente."

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