domenica 3 giugno 2012

Prendo nota.

Certo che le persone sono proprio strane.
E scriverò di loro con leggerezza, almeno in questo caso.
Alcune danno tanto per scontato.
Altre pensano di no ma non vedono al di là del loro naso.

Io mi nascondo dietro la frangetta e prendo appunti sul mio taccuino.
Annoto chi mi parla così tanto per fare e chi invece qualcosa vuole dirmi,
scrivo di chi mi annoia e di chi mi diverte, scrivo a margine chi mi sente ma non mi comprende.
Mi diverto con chi si sofferma sulle mie bionde chiome e si sorprende che non sbagli i congiuntivi.
Sbadiglio coi discorsi gonfi e vuoti di chi vuole qualcosa ma non sa che dirmi.
Mi piace chi distingue più di una sfumatura, chi sa ridere di sé, di me e di chissà chi altro.
Mi intriga chi possiede padronanza di linguaggio e chi senza parole fa capire ogni intenzione.
Mi dispiace cadere nel silenzio spinta dal limite del mio interlocutore e mi appassiona lo stimolante inganno di una conversazione a pari tono.
Allora scrivo e scrivo e scrivo ancora e ogni tanto mi distraggo in un disegno storto, in un pensiero forse un po' contorto, alzo gli occhi per vedere dove ero rimasta e disatteso trovo uno sguardo conosciuto, occasione più unica che rara, ammetto a malincuore, ma comunque capitata in qualche giorno buono.
Lo sguardo inaspettato di chi mi osserva come faccio io, di chi mi guarda nel complesso intero.
E vede che sono buffa quando inciampo, seria e anche stizzita a volte, appassionata nelle mie letture, un po' arrogante e forse presuntuosa e pigra e sognatrice e bionda.
Insomma c'è chi mi guarda e vede quel che vedo io e allora un attimo mi fermo e lascio andare un piccolo sorriso sghembo.
Segno un asterisco in una pagina speciale, chiudo e vado verso.

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