lunedì 30 aprile 2012

Conati

Forse sono immersa nei succhi gastrici della vita.
Forse sono stronza indigesta ed è giunto tutto insieme il momento di tirarlo fuori.
Forse dovrei mettere meno in discussione ciò che penso con tutti questi forse.

Io somatizzo.
Ed è tutto il giorno che ho una gran bella voglia di vomitare.
Ho così voglia di vomitare che persino la parola "vomitare" mi accresce il senso di nausea.
Già. La nausea.
Sono nauseata.
Dal cibo.
Dalla volgarità che mi circonda.
Dall'ingenuità.
Dalla stupidità.
Dall'idiozia.
Dall'opulenza.
Dal minimalismo.
Dall'eccesso.
Dalla frenesia.
Da questo costante bisogno di mettere tutto in mostra.
Dalla superficialità.
Dalle persone.

Devo riprendere a respirare altrime...

Vomito.

Guardo il fondo del cesso che torna bianco di una ceramica perfetta.
Ricorda il riflusso marino.

Mi gira la testa, ma non riesco a smettere di vedermi da fuori come una Curtney Love d'altri tempi.
Fatta fino al midollo e abituata ai conati del mattino dopo.

Sono disgustata.
Ma ho anche fame.

Fame di intelligenza.
Di dialoghi che mi lascino stupita e non sconcertata.
Di qualcuno che mi insegni qualcosa che voglia imparare
o qualcosa che non sapevo di voler sapere.
Di persone che giudichino senza celarsi dietro falso perbenismo.
Di chi non fa citazioni improprie.
Di qualcuno che possa stimare.
Di qualcuno che non mi faccia sentire la noia.
O la nausea.

Eccolo:

Lo specchio.


1 commento:

  1. Invidio questo tuo raccontare
    O meglio
    Mi rattrista.

    Perché una volta ce l' avevo anch' io,
    Come tutti forse,
    Ma l' ho nascosto
    Nell' imbarazzo
    Del quotidiano.

    Ho bisogno, molto bisogno di pensare.

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