venerdì 15 luglio 2011

Come la neve non fa rumore...

Se sono una persona emotiva?
Non lo so.
O meglio, dipende.
Se sto guardando un film, anche di animazione, o un telefilm e avviene qualcosa che credo triste, sì non riesco a non lacrimare.
Lacrimo anche alle cene di famiglia, con classe e discrezione, fingendo sia colpa della mostarda di cremona, e lo faccio sia perché sono felice di vedere insieme tutta la mia famiglia, sia per le rievocazioni del passato non troppo remoto ma comunque troppo diverso dal presente...
Sento i muscoli intorno alla bocca che premono verso il basso e gli occhi che vorrebbero inumidirsi, anche quando qualcuno a cui tengo mi risponde male o quando non mi sento amata abbastanza, da viziata quale sono.
Ma non come la dodicenne che sbatte i piedi...
Più come "madre, vi prego, non fate il labbro tremulo..."*

In realtà, a pensarci bene, pare proprio che abbia la lacrima in tasca.

e a pensarci ancor meglio, questa cosa già la sapevo.

Ed è una specie di piccola maledizione che ti porti dietro.
Come un bubbone di peste su una guancia, una cosa che non puoi nascondere e che ti rende facile bersaglio di granitici e incommuovibili monatti.
E' un handicap che ti fa prendere poco sul serio.
Perché se piangi sei debole, e non importa perché lo fai.

Però non sarei la paladina dell'ossimoro se anche in questa attitudine non riscontrassi almeno una contraddizione.
Ci sono certi dispiaceri, certi dolori per i quali non riesco a piangere.
Non sono fulminanti, non come gli altri almeno.
Sono soffici, gelidi e lenti come i fiocchi di neve che nello spazio di una notte d'inverno, ricoprono una città che se fosse Firenze, sarebbe bloccata dal traffico per le 72 ore successive...
E quindi rimangono lì, sul fondo del mio sguardo, a dare quel languore delle sere al bancone del bar, che finiscono con un amaro alla goccia tra le note dell'ultimo jazzista rimasto ancora sul palco...
Così, per non assiderare, di tutta questa neve che mi porto dentro, ci ho fatto un animale da compagnia, gli ho dato un nome e gli ho insegnato a riportare il bastone...
e più lontano riesco a tirarlo, più tempo ho per sorridere...


*che ovviamente è una citazione da...L'incantesimo del Lago.

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