venerdì 12 novembre 2010

Save Our Sottoponte...

Le cose cambiano. In continuazione.
E lo diceva Eraclito col suo Panta Rei... non abbiamo inventato niente.
Certo, è un ciclo evolutivo continuo, costante, instancabile ed inarrestabile.
Però è anche vero che certe cose, in fin dei conti, sono sempre le stesse.
E non perché retrograde, quanto perchè la maggior parte degl'esseri umani, ha bisogno di legami, sensazioni e posti da chiamare "casa".

Casa.

Non è rincuorante?

Qualunque cosa si intenda per "casa".

Ed è più o meno di questo che volevo parlare, essendo una Bloggettara compulsiva.

Sono passati tre anni dall'acquisto del mio primo sketchbook con cognizione di causa.
Tre anni nei quali la mia vita ha subito una rivoluzione centrifugata pazzesca.
Ho capito cose, ho fatto scelte, ho studiato, letto, conosciuto persone, fatto esperienze, cambiato taglio di capelli, cambiato giro, cambiato modo, cambiato senso, pianto un casino e di tutto ciò è profondamente rimasto il di-segno.
E coi miei compagni di scarabocchio c'è molto di più di un confronto timoroso, orgoglioso, ritroso, stimoso (che fa cagare ma si capisce) di linee e macchie di china su pagine e pagine.
C'è di più di qualche birra di troppo su uno sketchbook coi fogli imbarcati.
C'è di più dei ritratti rubati per caso o degli scleri con volto e parola.
C'è di più perchè l'esigenza di "artificare" nasce da un "di più" in cui certe persone credono.
Quindi ripenso nostalgica alla prima sera in cui, per caso, mi sono accorta di quel "di più".
Ed è per questo che il Sottoponte DEBBA esserci.
Perchè non è solo un posto dove ti dicono che un uomo è la somma di sette teste e mezza.
E' di più. E' l'occasione di molte persone di trovare il loro di più.
Ed anche se suona clochard, per qualcuno, per me, è casa.

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