martedì 29 dicembre 2009

"servo vostro"

Tutto era cominciato da un ciao.
Un ciao semplice, uno di quelli che pronunci quasi in automatico... soltanto un ciao.
Adesso potrei passare almeno due intere ore a tessere frasi che iniziano con chi mai avrebbe detto che, o chi lo avrebbe potuto immaginare...
Segno di troppa presunzione, rispondere io?
Non so, ma porto in me una strana certezza, nata ancora prima di quel suddetto ciao.
Possibile che mi ricordi che mi sia bastato vederti?
Non i tuoi capelli, non il tuo corpo, non le tue mani. I tuoi occhi.
Io mi ricordo i tuoi occhi.
Banale? forse si.
Ma io, nel singolo e precisissimo istante in cui ti ho incrociato, ho sentito la gola stringersi ed uno spillo strano bucarmi il petto. Io lì ho capito. ho toccato con le mie fredde mani, l'inconsistente certezza di aver compreso il senso.
Intuizione? Premonizione? Esposizione di inutile autocompiacimento dato il senno di poi?
Niente di ciò, od una parte di tutto questo.
Fuori è inverno e le tue gambe sfiorano le mie, sotto questa solita coperta.
Il vento smuove la cima dell'abete, lo vedo dalla finestra e tu mi sfiori e mi baci dolce.
Il desiderio di te mi brucia sotto la pelle...sorrido cercando di non dimenticare la cautela nel pronunciare i prossimi ciao. poi mi avvicino ed i pensieri perdono la mia attenzione.

1 commento:

  1. mi fai rivalutare la parola più blasonata -e fino a oggi anonima- che esiste al mondo...
    effettivamente è incredibile la quantità di significati che può assumere una parola così breve a seconda delle situazioni, dell'istante in cui viene detta, del tono, della velocità, della pronuncia, del respiro.
    ciao come "addio - alla prossima - ma sparisci - sono riuscito a rivolgerti la parola - con me hai chiuso - ho fatto il prima possibile ma sono arrivato tardi - non ti avevo riconosciuto - salve forse era troppo formale" e così via, all'infinito.
    sempre grande GUD.
    sai già chi sono... l'ultimo arrivato di FB ;)

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