domenica 25 settembre 2011

Frittata di cipolle

-Sto bene- continua a rispondere.
-Sto bene, davvero, mai stata meglio- dice anche.
-Sono serena come non lo ero da anni interi- ha aggiunto una volta.

Sto bene, pensava entrando nel supermercato, irrigidita dal getto freddo del bancone frigo.
Sto bene perché è andato tutto come doveva andare, ed anche se ho sbagliato, se ho fatto questa scelta sbagliata, che poi chi lo ha detto che è sbagliata? manca anche il latte già...
Insomma se ho fatto un errore è colpa mia ma se doveva andare così, io alla fine che potevo farci?
Niente. Ecco anche le uova...
-Sto bene, non deve preoccuparsi- dice all'uomo che l'aveva urtata col carrello.
-Quattro euro e settanta, ha la carta fidaty? vuole una busta?-
-Sì sì tenga, grazie. Sono precisi-

Sto bene, pensava camminando per tornare a casa.
Non sono ingrassata nemmeno un po', vuol dire che non sono depressa...

La casa non era grandissima, ma nemmeno piccola. Era normale.
Il profumo si sentiva già dal primo pianerottolo delle scale.
E si sentiva anche il rumore del coltello che batteva deciso sul tagliere.
Un profumo deciso, un colore violaceo, un singhiozzo smorzato a mezza gola.

-Sto bene- diceva asciugandosi gli occhi con un canovaccio.
-Sto bene, sto bene, sto bene maledette cipolle.-

La frittata è fatta.




venerdì 9 settembre 2011

La priorità



La miscela buona, quella che scelgo sempre, che metto con cura nella macchinetta da espresso, sì perché noi italiani siamo fissati, il caffé dev'essere buono, non si possono bere certi troiai, e quindi c'è una specie di tradizione da mantenere, quasi più un rituale.

Peccato che non mi riesca usare il macinachicci... sarebbe decisamente più fico.