mercoledì 29 settembre 2010

Put your head on my shoulder...




Ok, l'amore, carnale o platonico che sia, è un business di infinite risorse.
E' anche l'argomento su cui sia stato maggiormente discusso, scritto, dipinto, cantato, composto, filmato, inventato...

Così, ogni volta che mi trovo a fare i conti con l'amore che provo io, ecco che l'ansia della banalità mi assale, ed ogni cosa che mi venga in mente mi sembra simile ad una decina di film, un paio di canzoni ed una manciata di puntate salienti di telefilm vari.

Nella banalità non c'è mica niente di male, soltanto che, coi tempi che corrono, sta diventando il titolo della scusa più gettonata per non sforzarsi " un po' " di più.

Ma non ho più diciassette anni, i panegirici di ricercate aggettivazioni che descrivono il più tragico e passionale sentimento sopportabile dall'essere umano, poco si addicono a come ami adesso... (sebbene rimangano tra le mie letture favorite)

Per dirmi alla mia dolce metà, mi occorre un linguaggio alla Volo.
Qualcosa di profondamente umano e meravigliosamente contemporaneo ma non contemporaneo come gli Emo, contemporaneo meritevole di un posto nel mio personale olimpo...

E quindi ho scavato nei ricordi, riletto pagine di diario coll'inchiostro sbaffato a pioggia, aperto album e rivisto fotografie. Fotografie di sensazioni che riaffiorano con magia Proustiana....

Sebbene, nel mio immaginario, difficile da scindere dalla mia reale esistenze, l'amore è lui che mi viene a prendere, una notte, a Parigi...no quello è "Sex & the city"...
Insomma, se per me l'amore, concettualmente, è un classico Disney riadattato alla One tree hill... nella vita, quella vera, quella in cui, quando, raramente, lui mi dice una frase dolcissima e perfetta, non solo non c'è colonna sonora o neve ma io non ho né fondotinta né capello a modo...ecco, in questa vita qui, l'amore che conta non è quello patinato e perfetto...
è dargli la parte più buona del pollo senza dispiacersi troppo... è la preoccupazione che il caffé non sia venuto come le piace, è il trovarlo alla porta la sera in cui non c'era tempo per vedersi e tirarsi su le maniche, prendersi per mano e saltare oltre le incomprensioni, mille pro die...

E se è una fregatura non lo so... e nemmeno voglio saperlo.

domenica 19 settembre 2010

Sarah Kane, Crave (Fame)

E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni

e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te"


mercoledì 15 settembre 2010

Frederick

Se avesse un cervello funzionante?
Se fosse intelligente?
Se fosse colto?
Se fosse intuitivo?
Se fosse sensibile?
Se fosse buono?
Se fosse innamorato?
Se lo fosse di me?
Se amasse quello che faccio?
Se fosse tenero?
Se fosse dolce?
Se fosse...
ah meno male!

domenica 12 settembre 2010

Questione di Sketch

Questi sono alcuni degli schizzi (orrendi)
fatti attraverso un sito di websketching...
Niente a che vedere con Odoscketch!
Comunque divertente.

Cleo:
Marta:
Paola:
Lisa:


il sito web è Harmony


Un diavolo per disegno...

Fare le illustrazioni per il blog.
Che INCUBO!
E' da prima delle vacanze estive che giro con un post-it nello sketchbook che riporta l'elenco delle sezioni che vorrei/dovrei illustrare ed i miei fogli sono piene di prove e bozze cancellate e poco amate perché non sono riuscita nemmeno a decidermi sullo stile da seguire.
Ieri poi, scarabocchiando di brutto, mi sono stancata ed ho scannerizzato il primo foglio a caso, che è diventato la nuova intestazione blog.
Incubo è il nome della bionda ragazza dalle parti intime luminescenti.
Questa qui sotto è FaseRem, la versione light.

Quando avrò qualche idea migliore od una manualità più soddisfacente, non tarderò ad apportare modifiche...



lunedì 6 settembre 2010

Il Dentista...

Dopo una settimana al limite del sopportabile, ho tirato un respiro di sollievo quando al mio albeggiante risveglio, mi sono resa conto che le cose che avrei assolutamente dovuto fare mi piacevano tutte.
Eccetto l'appuntamento col figlio del demonio, sanguisuga di risparmi, essere senza scrupoli e totalmente privo di moralità.

Il Dentista.

Oltre ad essere uno spietato arrampicatore sociale, lucrante sulle altrui atroci sofferenze, in questa figura che sfiora il mitologico, è forte l'istinto sadico, che sfoggia con boria consunta, già dalle prime manifestazioni di sé.
Ti studia, ti deride per l'errato utilizzo del filo interdentale e ti invita, celando il suo fine con un diabolico sorriso, a sederti su quel moderno rifacimento di sedia elettrica...
"Prego, si accomodi..." dice il discendente di Satana...
E quando trovi la risposta all'interrogativo circa il perché le assistenti della suddetta prole di Blezebù, più che dall'università, sembrino uscite dal catalogo di Victoria Secret's...

E' troppo tardi.

Sei già in trappola. Inerme. Nella medesima condizione di una tartaruga dondolante sul carapace.
E nonappena vedi l'ago anestetico che dovrebbe esserti amico o percepisci il suono dell'apparentemente innocuo e minuscolo trapano, il tuo occhio prende le stesse sembianze di quello del povero bovino destinato al macello.
Ecco, lì ti rendi conto concretamente dell'ineluttabilità della sofferenza, della vittoria schiacciante del male incombente...
Ed a coronate questo Satanico quadretto c'è la faccia gaudente che l'anticristo ti mostra per tutto quell'infinito tempo infernale...
Mi sfugge ancora il meccanismo che mi porta, in conclusione a questo tour nella bolgia odontoiatrica, a remunerare fior fior di quattrini il primogenito di Lucifero...
In effetti avevo sentito dire che le anime di oggi non valessero più come quelle di una volta...