mercoledì 29 settembre 2010
Put your head on my shoulder...
domenica 19 settembre 2010
Sarah Kane, Crave (Fame)
E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te"
mercoledì 15 settembre 2010
Frederick
domenica 12 settembre 2010
Questione di Sketch
Un diavolo per disegno...
lunedì 6 settembre 2010
Il Dentista...
Eccetto l'appuntamento col figlio del demonio, sanguisuga di risparmi, essere senza scrupoli e totalmente privo di moralità.
Il Dentista.
Oltre ad essere uno spietato arrampicatore sociale, lucrante sulle altrui atroci sofferenze, in questa figura che sfiora il mitologico, è forte l'istinto sadico, che sfoggia con boria consunta, già dalle prime manifestazioni di sé.
Ti studia, ti deride per l'errato utilizzo del filo interdentale e ti invita, celando il suo fine con un diabolico sorriso, a sederti su quel moderno rifacimento di sedia elettrica...
"Prego, si accomodi..." dice il discendente di Satana...
E quando trovi la risposta all'interrogativo circa il perché le assistenti della suddetta prole di Blezebù, più che dall'università, sembrino uscite dal catalogo di Victoria Secret's...
E' troppo tardi.
Sei già in trappola. Inerme. Nella medesima condizione di una tartaruga dondolante sul carapace.
E nonappena vedi l'ago anestetico che dovrebbe esserti amico o percepisci il suono dell'apparentemente innocuo e minuscolo trapano, il tuo occhio prende le stesse sembianze di quello del povero bovino destinato al macello.
Ecco, lì ti rendi conto concretamente dell'ineluttabilità della sofferenza, della vittoria schiacciante del male incombente...
Ed a coronate questo Satanico quadretto c'è la faccia gaudente che l'anticristo ti mostra per tutto quell'infinito tempo infernale...
Mi sfugge ancora il meccanismo che mi porta, in conclusione a questo tour nella bolgia odontoiatrica, a remunerare fior fior di quattrini il primogenito di Lucifero...
In effetti avevo sentito dire che le anime di oggi non valessero più come quelle di una volta...