sabato 31 ottobre 2009

Intralci...

Non riesco a smettere di ridere,a questo punto ogni cosa, ogni piccola cosa è esilarante...

ci sono le strisce!
no, una rotonda!!
gira a destra, gira a destra!
il semaforo!!! cazzo il semaforo!!!
e che via è questa?!!!
da qui siamo già passate...

una risata continua che dal divertito tende leggermente all'isterico. il nostro halloween!

Apro la busta lucida, la mia mano scivola su un piccolo mucchio di stoffa perfetta che, appena sfilata dalla busa, prende la forma di un abito. un piccolo, curatissimo abito.
tra il rosso bordeaux ed il viola scuro. leggero. di quella stoffa che ricade ipeccabile.
si prevede una gran serata. Lo appoggio delicatamente sul letto e finisco di prepararmi.
Esco dalla doccia, avvolgo i capelli in un morbido asciugamano, le goccioline che scivolano sulla schiena nuda mi fanno sempre rabbrividire, mi privo dell'accappatoio ed indosso il mio completino nero. nuovo. minimal.
Rimango a fissare il mio riflesso nel lungo specchio dietro la porta della mia camera.
vedo tanti difetti. è l'ora di vestirsi penso...
raccolgo i capelli ed indosso, con movenze quasi sacrali, quel vestito della consistenza di un petalo. annodo il bel nastro intorno al collo, in una posa da contorsionista che, un po', mi fa rimpiangere d'essere sola....
scarto la confezione di calze finissime e le indosso come se fossi un'attrice, come se ci fosse qualcuno lì per osservarmi, è divertente, un po' sciocco forse ma divertente...
adesso l'attnzione ricade sulle mie spendide decolleté nere, quasi senza tacco, con un'adorabile fondo rosso laccato. un amore. so che non tutti possono capire. me ne dispiaccio infinitamente.
Compiuto il rituale del trucco, asciugati i miei lisci capelli, dopo il mio chanel sono pronta.

tre amiche e me, una macchina, un sabatosera colmo di feste.
tutto fa presagire il meglio.
qualcosa non quadra nella prima frase...
quattro ragazze e una macchina....
.
.
.
ecco fornito il fattore x per stravolgere la più prevedibile serata festaiola.
gente non ne abbiamo vista.
feste, solo da lontano.
ballare? nemmeno per sogno.
in compenso abbiamo macinato tanti di quei kilometri con la povera yaris della virgiii....
e siamo persino state vittime dell'attacco di scream e della sua scimmia satanica...
ricordava un po' "rotta per casa di Dio" dei cari 883...

mi addormento adesso, pensando ad i flash di questi giorni a Lucca, ad i fumetti comprati, ad i fanta-fumetti comprati, a quelli che avrei voluto scrivere io ed a quelli che invece per nulla al mondo avrei firmato; alle persone evitate, al cibo strano, agli incontri vari e ad i cosplayer che hanno un sistema termico a sé...inquietudine non indifferente...O_O
scelgo le mie immagini preferite e penso a come parlarne o se parlarne...

p.s. Le mie buonanotti giungono sempre prima...chissà che segno è...

mercoledì 28 ottobre 2009

Post-it

Inontro con Campbell.

Sogni e progetti.

Prospettiva impossibile.

Voglie e Fantasie.

Caffé.

Sexy puntine da disegno.

Atmosfera Orientale.

Vento.

Casa.

devo dormire, una volta tanto, perchè domani la sveglia è all'alba...L'alba di Lucca...

dettaglierò l'elenco puntato appena avrò tempo.

martedì 27 ottobre 2009

Perchè esistono le rime? per rendere filastroccoso qualcosa che non lo era...

mi parli e sorridi. rispondo, ti guardo, un po' mi perdo ma solo un istante.
ti ascolto dinuovo, non riesco a staccare il mio sguardo dalle tue, belle, labbra eloquenti.
mi stringi, improvviso, a te, contro il muro. un attimo, un bacio. il bacio.
quello che tanto aspettavo.
mi guardi curioso, sorrido, divago. chissà cosa hai detto mentre non ti seguivo...

lunedì 26 ottobre 2009

Quasi inciampare non vuol dire inciampare proprio...

Fortuna è quando la preparazione incontra l'occasione...
diciamo solo che da quando ho messo piede nella mia bella scuola di fumetto internazionale ( che poi la parola fumetto, questo suffisso etto, sminuisce , sebbene soltanto in superfciale apparenza, quella che poi è una scuola difficile...) dunque dicevo, già, insomma, da quando ho oltrepassato quel portone in via "del" corso, non faccio che augurarmi la lontananza di quest'occasione;)
Che tutto andasse guadagnato con fatica, beh lo sapevo già...che per mettere un ginocchio nell'unico posto giusto possibile fossero necessarie tre intere ore, calma trattenuta a stento e muscolini della man destra doloranti...in verità sapevo anche questo ma speravo fosse una leggenda metropolitana...beh non lo è.
Nel caso ci fossero dubbi, i fumetti marvel con tutti i megadinamici stramuscolosi coloratissimi supereroi non fanno per me. ammiro, apprezzo, colgo l'utile ma non li saprò mai disegnare e nemmeno mi dispiacerà tanto ( il campo si stringe su she-gud(sono ancora in cerca di un nome)di spalle, che disegna con passione in un tetro scantinato. she-gud strappa ed accartoccia decine di disegni finché non ne genera uno che la rende soddisfatta, dunque lo solleva dalla scrivania e lo appende alla parete di fianco, fin'ora rimasta in ombra, esce dallo scantinato. lenta, la telecamera si volta ed il muro è interamente tappezzato di disegni da mrvelmaniac...muahaha)...
chiudo la parentesi con aria perplessa e medito sul da-raccontarsi...
I miei progressi nel disegno di figure umaniformi in prospettiva si fanno un po' attendere, malgrado gli innumerevoli omìni sgorbi, ogni giorno che passa, sento che la spiaggia immensa della mia incapacità artistica perde un granello...step by step dicono!
Ma il peggio della settimana deve ancora venire. Infatti devo ultimare al più presto i miei compiti di prospettiva poichè mercoledì, giungerà tra noi comuni schifi di allievi ( naturalmente parlo per quelli del mio livello) Campbell, quello di From Hell...fico eh?!?
al che seguiranno 2 giorni in quel di lucca, in pratica è dall'anno scorso che non vedo l'ora...
sento che dovrò promettere l'altro rene ai miei parents...(ndr il primo è stato ceduto a Paris solcata la soglia delle Galeries Lafayette)
Da ricordarsi il diciannovesimo anniversario di nascita di Virgi mercoledì ;)
e mentre penso a come posare per Tom, attendo la rivelazione del tecnologicissimo popolo degli Urshennos, non gradienti di gradini....

Se lo sapessi dire oltre che scrivere...

e l'unica cosa che ora vorrei è sapermi sciogliere.
lasciarmi scivolare tra quei pensieri scomodi, tra le tue mani abili...

domenica 25 ottobre 2009

Stralci non-senso...

Nella penombra perdo la percezione degli spazi, persino di quelli che conosco tanto bene...
ho aperto gli occhi , non c'è molta differenza dal tenerli chiusi. L'unica fonte luminosa è una piccola lampada di vetro blù sul comodino al lato destro del letto. Emette una debole nuvola di luce che si posa, delicata, soltanto su gli oggetti vicini. anche su lei.
Dorme, accolta dal mio abbraccio, col viso volto all'esterno del letto.
Dorme, non so nemmeno da quanto, non so neppure che ore siano, sento il ticchettio dell'orologio ma non riesco a vederlo bene, ma pensandoci con attenzione, non ho bisogno di nessun tempo, adesso.
Amo profondamente questa sensazione. amo sentirmi aldilà delle convenzioni comuni.
Adesso, io, del tempo, non ho bisogno e lo spazio, sconfinato o ristretto che sia, non mi interessa.
Riflessioni troppo sconvolgenti per quest'ora indefinita, tuttavia, autocompiacendomi per queste mie verità, sorrido leggermente e silenzioso mi avvicino per osservare con cura la mia meraviglia.
Di giorno lei è bellissima, lo è sempre innegabilmente stata ma questa oscurità che la avvolge, dissipata soltanto da questa tenue luce azzurrina, la rende profondamente in sintonia con la sua umana bellezza, quasi facesse emergere la sua essenza. un'intensità che mi toglie, sempre, il respiro.
Non riesco, forse non voglio trattenermi e con la punta delle dita sfioro, con delicatezza, la sua spalla nuda. toccare, sfiorare appena la sua pelle liscia da adito a così innumerevoli pensieri...la mia mano scende lungo il suo braccio, poi, pianissimo, risale fino a toccare la congiunzione con la clavicola per poi scivolare sul suo collo sinuoso...
un piccolo brivido la avvolge, tenera si stringe al mio braccio.
Non sono mai stato tanto aderente alla realtà come in questo momento.
Non so esplicitare quest'emozione ma da quel piccolo gesto, il mio nodo alla gola è mutato in pensiero. qualcosa da perdere, adesso ce l'ho...

sabato 24 ottobre 2009

non è sempre necessario, il pensiero...

Accesi un'altra sigaretta, sarà stata la terza di quei venti minuti, venti interminabili minuti.
Sedevo su i gradini della solita piazza, tenevo lo sguardo a mezz'aria e nel frattempo pensavo, o meglio, cercavo di pensare ad altro...potevo farmi la barba, penso, sono tre giorni che non tocco il rasoio, forse potevo, mi sembra di ricordare di piacerle di più così ma non sono certo...non sono certo proprio di un cazzo...ormai non posso farci niente penso...poi riconosco la sua figura camminare da lontano, si avvicina decisa, passo cadenzato, sensuale, quasi rock.
Il cuore si stringe, ho caldo e sento persino un brivido scorrermi per la schiena, sottopelle, fino alle mani, fino alla cenere della mia mezza sigaretta...non riesco a crederci. a me. per lei. a me.
Non mi ha ancora visto, non ho incrociato i suoi occhi, forse dovrei andarmene...
è tardi. è proprio lei. è lei e mi sta guardando. è bella. cazzo è bellissima. è bellissima e sorridendo viene verso di me. Qualcosa nel mio petto è sull'orlo di esplodere...non riesco a non sorridere anche io, chissà che faccia idiota ho adesso, penso...
...ma cosa voglio da lei...penso...cosa posso darle...penso ancora.
E' sempre più vicina, mi alzo, aspiro con decisione quel che resta della golden malboro, e mentre abbasso la testa sentendo il fumo ardermi lieve in fondo alla gola, mi accorgo che è qui. difronte a me. non ho più tempo per pensare.
dove sono i miei discorsi da uomo? dove cazzo sono finiti? dov'è quello che avevo deciso di dirle che sembrava perfetto? com'è che ora c'è solo lei...
Splende riflessa nei miei occhi. mi dice ciao.
Inevitabile, il mozzicone sofferente cade a terra.

venerdì 23 ottobre 2009

Intrapreso il sentiero del topo della biblioteca...

Una giornata ferma, statica, pesante. il grigiore, il freddo, la pioggia ed io, sotto il mio caldo accumulo di coperte, guardo il mondo e prendo atto della mia insostenibile leggerezza dell'essere...
così mi proietto in racconti epici dall'ipnotico tratto narrativo...
non pensavo di essere una lettrice tanto celere. ho già finito il mio materiale di sopravvivenza.
due pensieri:
non è possibile! e...peccato!
così, per non cadere nella trappola televisiva o non smarrirmi tra gli innumerevoli video del web, mentre giro il cucchiaino in questa tazza che riflette i miei dispiaceri, immagino e ricreo quella stessa atmosfera.
non scriverò dei miei sogni e delle mie così dolci illusioni...
sorrido in compagnia della tanto piacevole attesa...

giovedì 22 ottobre 2009

C'era una volta...

Sciogliere i miei capelli, farli scendere lungo le spalle, posare il mio sguardo aldilà dell'immagine riflessa nello specchio...un rituale banale, eppure mi ricorda qualche fiaba...
il mio appartamentino è sempre stato magico, il legno, i mattoni, le finestre sul tetto, il silezio...
un'atmosfera lontana dal tempo...
Le mie trecce non toccano la terra sotto la mia finestra che non è incastonata in un'alta torre protetta da un temibile drago; la mia voce non risuona per le valli come il cinguettio degli usignoli, i miei occhi non incantano e non solo non possiedo un arcolaio ma neppure una fatina-sarta-taxidriver utile all'occorrenza...
Eppure questa luce calda diffusa dolcemente nella mia camera colora i miei languidi sogni che prendono forma intorno a me...ed ecco che le mie trecce si fanno lunghe, la mia pelle eburnea, i miei occhi più ambrati...e mentre il sonno mi trascina tra le plaghe dorate del suo regno, i miei evanescenti pensieri sfumano nell'attesa di quell'uomo, l'unico in fin dei conti, capace di entrare tanto amabilmente nel mio incantevole, strano, mondo...

Mattina...grazie Henri per la concessione gentile.


-Giulia, svegliati, non dovevamo andare a comprare quelle cose???-


L'amore della mia vita mi aveva appena dolcemente baciata, non ho voglia di ascoltare rumori veri, non voglio essere accecata dalla fastidiosa luce autunnale...non voglio la reale realtà. nella realtà fa freddo. nella realtà il freddo si sente. non voglio svegliarmi...
non finché lui è ancora qui...BuonGiorno mondo.



Edgar Lee Masters a proposito di George Gray...

Edgar Lee Masters a proposito di

George Gray...

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non rappresenta la mia destinazione
ma la mia vita.
Perchè l'amore mi si offrì, ma mi ritrassi per non illudermi;
il dolore bussò alla mia porta, e ne ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
ovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre alla follìa
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio -
è una barca che anela al mare, ma ne ha paura.


Piccolo capolavoro dall'Antologia di Spoon River...
A parer mio, questa poesia è tanto bella quanto vera, umana e meritevole...
Noh?
Sih...
mi piace, mi piace e mi piace! ovvìa....

mercoledì 21 ottobre 2009

Un Fumettista che disegna le sue proprie storie è un ganzo; un fumettista che oltre a farlo, lo fa pure bene, è come Dio. figo.


Accoglie la luce e permette di affacciarsi, a cosa sto pensando?

All'indiscutibile catalizzatore delle mie attenzioni da scarabocchiatrice, la finestra.

Parola, oggetto che si presta ad una bella serie di uscite esclamative filosofiche piuttosto che romantiche per non dire creative o persino inquietanti....bella parola dall'utile esistenza!

Beh, dopo oggi so come metterne almeno 3, della stessa dimensione, su una parete che non mi sta propriamente difronte, sono soddisfazioni!

Lungo la scia dei compiti di prospettiva, sono passata da "arredatrice ikea" ad "addetta traslochi per antichi greci" ...com'è possibile? beh per me ed i miei compagni di corso non è un'impensabile metamorfosi;)

Quindi quarta lezione, i nomi letti ad inizio lezione cominciano a conquistarsi dei tratti somatici, magico sinolo indispensabile per identificare alla meno peggio, un essere umano...

le mie stanze in prospettiva erano buone, sostituisco buone con giuste, se non altro prive di errori facilmente individuabili, mettiamola così;)

E' buffo, ogni lezione, ogni cosa che imparo, ogni giorno, sembra sempre difficile, rasente l'impossibile; in verità basta aspettare la lezione successiva per avere facilmente, un gradino più ripido da salire, senza inciampare...ho scelto proprio il paragone giusto...

La prima volta che ho salito le scale della comics me la ricordo bene, molto bene, perfettamente oserei dire...la prima volta che le ho scese non sono neppure inciampata, forse perchè per scenderle tutte avrò toccato si e no 5 scalini...
Oggi è andata un po' come la prima volta, nessun intoppo, forse perchè ho davvero fatto attenzione alle raccomandazioni;) , forse perchè la mia testa era volata tanto in alto da darmi una vista ottimale ed infallibile del mezzo gradino, forse perchè per saper fare le cose semplici, io ho i miei personalissimi tempi...forse per tutto questo più un po' di assenza di sfortuna solita!

Tra le cose di cui oggi mi sono resa conto, una è che adoro i compiti per casa, non è normale vero?

lo penso anche io, mi succedeva al liceo solo per qualche raro tipo di studio ma qui appena mi dicono "scervellati pure in quel di casa tua, per trovare in che modo abbassare la linea dell'orizzonte facendo meno linee possibili..." beh, sono contenta! no, non sono normale...

ecco lo spirito Nerd si sta insinuando nel mio modus vivendi...lo sta mutando...

La spia d'allarme sarà quando preferirò stare a casa il sabato sera...a quel punto soccorretemi!

ora che ci penso, sabato scorso...e quello prima...


O_O"


Penso che disdirò l'appuntamento di sabato col mio tavolo luminoso fatto in casa, speriamo la sappia prendere con filosofia, senza rivendicazioni...

martedì 20 ottobre 2009


Oggi è diventato proprio un triste giorno .

Addio Pallina di Neve di Parigi.

Non ti dimenticherò mai.

sigh. sigh.

lunedì 19 ottobre 2009

Se le gru' possono avere una sola gamba perchè non anche i miei omìni..?

I compiti di prospettiva sono per mercoledì. accidenti a me!
Hai presente quando una determinata giornata ruota intorno ad un unico evento?
Ti svegli ed è il primo pensiero, trascuri ogni cosa perchè prima devi pensare a come fare quello, poi fai quello e non viene come vorresti al che ripeti il procedimento fino al risultato più accettabile ma prima di terminare scopri che è tardi e tiri via, fuggendo di casa con la sciarpa ancora al vento...
Poi, reduce da una corsa affannosa, arrivi alla consegna, con aria stravolta e stralunata e ti incuriosisci notando la placida calma in cui è immersa la tua compagna e ti chiedi perchè, e le chiedi curioso, nervoso il perchè. forse ha già ricontrollato la propria opera, forse l'aveva terminata giorni prima, come ha potuto ti chiedi, aveva il tuo stesso tempo a disposizione...forse perchè la consegna è tra due giorni...naturale.
Chissà perchè la cosa mi fa sorridere e non mi pare neanche un po' discoste dal solito fatal andare dei fatti nella mia vita scomposita...;)
Quindi oggi alla comics c'era Anatomia...non prospettiva, il che non è stata una notizia troppo rincuorante ma tuttavia leggermente più "dolce".
Vincenzo è il nome del maestro in causa...ci ha demoralizzati all'istante semplicemente dando mostra delle sue ultime creazioni...
e guardando questi fogli impeccabilmente inchiostrati mi torna in mente il primo disegno in sequenza che abbia mai fatto...avevo quattro anni, un pennello e le temperine giotto, una rossa ed una blù. la storia era più che banale tipo due che si incontrano, si sposano, figliano ed invecchiano insieme al loro gatto di famiglia...c'era tutto e a me sembrava bellissimo. mi sentivo una creaturina benedetta che aveva il potere artistico tra le mani...bei tempi quelli! adesso è tutto diverso...
Tornando al presente della leione, il livello delle mie prestazioni anatomiche non è dei migliori ma....rullo di tamburi...
a detta di Vincent, ho disegnato bene 3 gambe! non sto a dire su quante perchè mi priverei del motivo della mia piccola gioia...;)
dunque non mi resta che "provare provare provare provare provare provare provare provare..."
e nell'attersa di poter dire " e poi ci riesci..." sfoglio la galleria della scostumata e dotatissima modella consigliataci caldamente dall'anatomista...tanto per perdere quel poco di fiducia che ripongo in me stessa ed ultimare il soggetto della mia storia al femminile di cui parlerò in seguito;)

questo è il link del suo officialfanclub ecc: http://www.cuccadores.com/ (ci sto prendendo gusto a pubblicare anche i link;))

p.s. da non crederci, ho reinciampato sulla scalinata che profuma di sapone stucchevole...è una maledizione....

domenica 18 ottobre 2009

Non si scrive sul muro, c'è uno stand apposta...

Avrei voluto scrivere ieri(che già è diventato ieri l'altro) ma ero veramente scomposta.
Tutto è cominciato la notte prima che, di sonno, ha visto appena quattro ore.
il resto? il resto del tempo è stato impiegato tra schizzi, storyboard, e chiacchere con Virgi...
In pratica, un lapis-after-party...wow!
Al mattino abbiamo compiuto la nostra entrata in scena accompagnate da un leggero ritardo che fortunatamente nessuno ha notato, poi la giornata ha preso forma...

Il dramma della giornata è stato trasformare il finale scontato della mia storia da 4 pagg in finale accettabile della stessa storia in 8 pagg.
Il tempo aveva perso di senso. sembrava comunque poco.
I pulcini del tempo accanto a me già saltellavano allegramente tra centurioni e dinosauri mentre la mia donna albero ancora non aveva un perchè...
Avrei voluto fare la splendida e stupire anche me stessa con effetti speciali ma questa volta non si ingranava e la zappa che mi calpestava era impugnata propriamente da me. cos'è il genio? nulla di più lontano dal mio cervello inutile..
comincio a pensare, la vedo, un corpo vivo snodarsi in lunghe chiome fogliose. primitiva bellezza.
rimango su di lei che mossa dal vento, guarda languida le colline distese intorno a sé.
che può volere da un uomo, mi chiedo...
il silenzio. un pensiero. forse un ricordo.
che torni.
uno schizzo, conto le scene, divido, cancello, cancello ancora, riscrivo ed attendo impaziente lo stroncante giudizio un po' perfido dell'abile Storyteller che porta davvero il nome di Giorgio...mi guarda perplesso, lancia un'occhiata al foglio vissuto, alza il sopracciglio, posso vedere il riflesso delle mie pagine sulle lenti dei suoi occhiali, questo dettaglio mi distrae finchè non emette un suono , ah, sono parole, è una frase..."mm, può andare, funziona, risistema per bene lo storyboard, poi disegnala, tienila da parte, ogni tanto falla vedere, cambiala, falla crescere...credici, è tua. ah ma di cosa parla?"
-silenzio- poi continua...
"ma dai, come non lo sai? parla dell'amore eterno...vai vai"
-silenzio estremo.-
poteva andare peggio penso. poteva dirmi qualcosa di equivalente all'underground...
penso comunque che i pulcini funzionino meglio.
devo trovare il mio pulcino da battaglia. penso.
e mentre pensavo, la mia donna albero fluiva sul mio foglio...
alzo gli occhi un attimo e lo scenrio è agghiacciante. un incubo per me.
ci sono circa venti persone che si aggirano come avvoltoi, intorno ai tavoli di noi insigificanti aspiranti scarabocchiatori e guardano, e commentano e...si fermano a fissare con interessata decisione.
n o n è p o s s i b i l e ! ! ! e d i o c h e f a c c i o a d e s s o ?
amabilmente, poso il lapis e fingo un momento di stanchezza post applicazione intensa.
momento stroncato sul nascere da una bambina appoggiata al tavolo accanto al mio, in attesa che un professore della comics le terminasse il disegno di una tigre richiesta petulantemente dalla piccola per circa i venti minuti appena precedenti...la bimba mammamunita mi si avvicina ed io vorrei essere gentile e carina sennonché, costei punta il ditino sul mio disegno e con aria saccente e decisamente smorfiosa esclama esattamente :
" ah anche tu disegni così! è proprio come i disegni che faccio io! "
i bambini sono buoni ed innocenti, i bambini sono dolci e puri- mi ripeto-
"ciao, quanti anni hai?" le chiedo con lo stesso sorriso sghembo che indosso alle cene parentali...
"undici e mezzo!!"
a undici anni e mezzo non si è più tanto bambini vero???ragazzina, adesso acchiappo qel cappottino da winx che porti tanto orgogliosamente, ti trascino di qua dal tavolo e finchè non mi hai tirato fuori un klimt coi controcazzi non ti schiodo!!!
"ma sei grande , brava continua a disegnare che è una bell'abitudine!"
suppongo di aver artatamente celato l'occhio iniettato di sangue...

poi i miei ricordi si fanno opachi, tra stanchezza e principio di nostalgica influenza, ricordo una cena, un vestito violetto ed una folla varia ballare a ritmo di electronic...poi il buio lungo dodici ore...perchè io soffro di sindrome di lazzaro. non dormo, muoio e risorgo ogni singola notte...

questo è il link dell'associazione-casa editrice dei due cristi che ci hanno seguito in questi gioni di workshop: http://doubleshotpress.blogspot.com/

in attesa della lezione numero 3...

venerdì 16 ottobre 2009

"Non puoi fare una storia che finisce così" - ma perchè?


@ Festival della Creatività. II° act.
Piove sul bagnato.
Ieri è sembrata dura, ricordo. Rispetto ad oggi, beh, rispetto ad oggi, giovedì è stata una passeggiata;)
Tralasciando la mia occupazione mattutina(da babysitter non proprio Luana)
sono giunta con il classico quarto d'ora accademico di ritardo. non per far la splendida quanto perchè ho dovuto camminare a passo sostenuto da piazza Indipendenza, causa manifestazione di malcontento liceale antiattualgoverno. Il problema di oggi;) è stata la precoce ed irreversibile atrofizzazione della mia grigia, già scarsa, materia...idee? orrende ed autoconclusive. schifo. no gud. no no no gud.
fortunatamente abbiamo trovato un'occupazione alternativa quale -il riempimento degli spazi bianchi dello stand atto a tale scopo-
nulla è più bello che scarabocchiare un candido immacolato muro!
inoltre con i miei fidi compagni (pp e vncccc) ci siamo cimentati in registrazioni pubbliche di tragico livello...molto divertente!
Parlando del ComicsLab...vebè : il disastro. righe non parallele, storie che "non funzionanoooo", e soprattutto uno scoglio immane da superare(?)...
...l'esperto che mi ha seguita mi ha vista la prima volta 24 ore fa, ha associato il mio nome ad il mio viso da meno di 6h...non può capire le mie paralisi istantanee e fulminanti...non so se si ha l'idea di quanto sia complesso mascherare un immobilizzamento...nel caso non fosse universalmente chiaro: è arduo. servono una discreta massa di fluenti capelli e sempre un pianoB, una domanda !
Dopo minuti lunghissimi-interminabili- di espressioni agghiaccianti comparse sul volto del perfidissimo Giorgio(credo si chiami ma non ci potrei giurare...) altri compiti, altre storie da pensare, il dramma!!!elettroencefalogramma più che piatto. soprattutto perchè il mio personaggino sfigatello è stato non bocciato, retrocesso da personaggino tragicomico a cosadanonfaremaipiù...;( dunque l'unico impulso vitale in questo mio encefalcreativogramma piatto è stato rappresentato da una specie di favola (no ramazzotti, no ramazzotti, no ramazzotti!) "La donna albero e l'uomo." titolo provvisorio. ancora da fare. unico step compiuto? studiolo dei personaggi. soluzione? la notte. tutta.
Malgrado tutto sono ancora fottutamente felice.
e nonostante tutto so che la mia stradina si snoda tra queste fatiche e questi schiaccianti confronti...lo so, lo spero, che importa? funziona...
Qui terminano le notizie dal fronte e mentre la normale gente dorme, virgi e me cominciamo il lavoro sporco!!

giovedì 15 ottobre 2009

Firenze come Tecla

@ Festival della Creatività - Città Future-

la prima cosa che ho visto è stata il logo.
la prima cosa che ho pensato è stata :
wow.
dei cervelli incapsulati da lampadine(che sul website si illuminano anche), inseminatori e corrieri di idee ed innovazioni(?!?).
ancora wow.
poi una serie di domande di ordine minore ha popolato il mio cervello a lampadine a risparmio...
-che accidenti di freddo fa? -ed il mio padiglione dove accidenti è?-e perchè in comix qui c'è una X???

ma passando al dunque, ad attendermi oggi era il Workshop di fumetto...
come una turista smarrita, ho passato 3 minuti ad osservare la piantina del padiglione (da varie angolazioni) quasi come fosse moderna espressione d'arte, poi lo stand dell'ikea mi ha illuminata sulla direzione da prendere...tutto a dritto. fantastico.
Dopo due soli giorni di cenni di descrizioni di aspiranti fumettisti/illustratori, nemmeno sto a perdermi in dettagli sulle doti dei comicsandi 1,2 e 3...sarei scontata, ripetitva ed anche un po' noiosetta;)
Mi sono seduta consapevole del mio limite ma tuttavia fiduciosa nell'idea che mi avrebbe salvata...idea che ancora attendo...
Lezione dai lunghi tempi ma decisamente gradevole, se non fosse stato per le visioni da sniffo indebito di benzene...(ndr gud non deve fare benzina. mai.)
Giunto il momento dell'elaborazione del soggetto, dopo un paio di consulti con Virgi, elaboro in 3 vignette...arriva un maestro/relatore dalla lunga chioma raccolta e le vignette diventano 5.
Poi mi guarda, non parla per tre secondi e poi dice : " bene , fanne altre tre!ma non di vignet, di storie!"
P A N I C O.
sorrido, lui passa alla mano alzata dall'altra parte della stanza.
poso il mio sguardo sul disegno del mio destro vicino e vedo un'auto parlante più espressiva del mio stesso protagonista umano. scatto a sinistra ed una serie di scritte in new-american si spandono su un foglio di un mangaka nero settimo dan...ancora a destra, un po' più in là vedo non una, non due e nemmeno tre bensì quattro completissime, sarcastcissime e fottutissime storie pronte ad essere copiate in bella, lette e apprezzate.
Questa sensazione si sta affezionando a me, questo simpatico attacco d'ansia da prestazione creativa è diventato un mio fedelissimo frequentatore...che potrei volere di meglio?
ma perfortuna godo della misera pietà rivolta a gli inetti del primo anno...

domani posterò qualche link e magari qualche foto. adesso mi do alla "caratterizzazione" dei personaggi etilomani delle mie vignette sperando in un colpo di genio...già già

mercoledì 14 ottobre 2009

La prospettiva è intuitiva, l'abile camuffa l'errore geometrico.

E così, dopo una cena poco cena, sono qui a resocontare l'esito della seconda lezione alla comics...

Prospettiva 1.

fa paura eh?!?
la risposta è decisamente SI.
Per qualche motivo ancora ignoto, sono e mi sorprendo di essere, ancora animata da un bell'entusiasmo, ho persino sorriso alla consegna dei compiti per casa...
scrivo, annoto quanto più mi ricordo, non perchè sia una fanatica maniaca della memoria quanto perchè, quando dovrò impegnarmi di più, avrò bisogno di tener presente questa me vogliosa, questa me ancora un poco ingenua, ancora un poco sognante...un po' la fanciullina...
Il maestro di oggi, insieme ad un paio di assiomini matematico-geometrici se n'è uscito con una frase dal sapore filosofico che annoterò qui insieme al link della sua propria occupazione parallela alla formazione prospettica di giovani menti disordinate...

il sugo della storia riguardava la frase " due rette parallele si incontrano all'infinito..." -.-?
e la frase è stata: " l'infinito nasce per giustificare l'esistenza delle risposte che l'uomo non sa trovare a certe domande..."
e qui si potrebbe sforare nel teologico volendo ma la cosa grande, a mio parere, è che questo c'entri su come disegnare un tavolino a grandezza d'uomo...

ed ecco il link di Francesco Petracchi:
http://www.inklink.it/

p.s. domani workshop!!!

Il Fumettista è come un Cantastorie, solo che deve sapere dove sta il bicipite!

In attesa della seconda lezione in sede Comics, mentre cerco un blocco decente (che presumo dovrò comprare) cerco di non farmi abbattere dall'esito della prima lezione...
Dicevano dovesse essere una lezione di prova, una lezione introduttiva...
Sarà, ma le persone che erano lì con me disegnavano come tanti piccoli giotto...e che caspita ci fa una gud tra questi bravi? boh...anzi, no boh.
Se non ci fosse un'inabile disegnatrice come me, non si potrebbe capire con certezza quanto il resto del mondo del fumetto sia dotato, effettivamente ho un ruolo anche io! e di non poco conto;)
Così cerco di dimenticare l'orribile illustrazione disegnata lunedì e mi preparo spiritualmente alla lezione di oggi! tutto sommato, però, il mio umore rimane ottimo.
l'importante è la motivazione! (continuo a ripetermi...)

Rubi .

I miei capelli scivolavano leggeri sulle mie spalle mentre porgevo il busto in avanti verso la scrivania dello studio. I miei occhi posati sul foglio si perdevano in quello spazio immensamente bianco da riempire con mie singole, uniche idee. L'ora era tarda, il rumore del traffico quasi scomparso, il silenzio era violato soltanto dal ronzio impercettibile della lampada al neon. Mi alzai di scatto sperando che cambiare postazione sarebbe servito a stimolare la mia creatività che sembrava ormai morta, sepolta e compianta... stavo per risedermi quando sentii il rumore delle chiavi girare nella serratura, il rumore delle sue chiavi. Per me era diventato inconfondibile quel suono, un tintinnio metallico armonioso e il campanellino etnico rendevano la sua entrata assolutamente riconoscibile anche per orecchie meno accorte delle mie che comunque lo percepivano sempre.
Per un attimo non seppi che fare, mi avvicinai al corridoio per arrivare alla stanza dell'entrata ma quando la porta si aprì, silenziosa e rapida, tornai al mio posto fingendo di non essermi accorta del suo arrivo, presi una matita ed assunsi un atteggiamento serio e concentrato. Ascoltavo con attenzione i suoi passaggi: chiudere la porta, appoggiare gli oggetti nello svuotatasche, posare il giubbotto e andare nel suo ufficio...no, aprì la porta del suo ufficio ma poi si diresse verso il mio. sentivo i suoi passi sempre più vicini, più vicino lui, più tesa io. La porta era socchiusa, tenevo lo sguardo basso fissando la sottile lama di luce che filtrava dall'apertura quando lui arrivò lì, in silenzio, si era accorto della mia presenza e non volendo interrompere quella che a lui sembrava essere pura applicazione, rimase fermo e curioso ad osservarmi. Sentivo i suoi occhi su di me, l'atmosfera notturna agevolava il nascere di sublimi pensieri contorti poi la porta emise un cigolio ed a quel punto mi girai di scatto. -"scusami, non volevo interromperti..." -"figurati, non ero a niente, non è serata...ma che fai qui?" -"non riuscivo a prendere sonno e facendo due passi sono arrivato qui." -"io sono metereopatica, quando il tempo cambia raramente dormo..." -"a cosa stavi lavorando?" -"ad una tavola a tema.." -"quale tema?" -" la tensione...il sospeso...vago, indefinito..." -"posso vedere?" allora si avvicinò a me, il suo braccio sinistro si appoggiò sul bordo dello schienale della poltrona su cui ero seduta, mentre con il destro prese in mano i fogli per lo più immacolati. Li stava prendendo quando, sbagliando posizione d'appoggio con la mano, scivolò su di me. Il suo viso vicino al mio, il profumo del suo dopobarba... -"ti ho fatto male?" -"no affatto! sei stanco?" -"un po’ ma mi è venuta un'idea" Prese un pennarello, si mise in piedi dietro di me avvolgendomi in un abbraccio per lui lavorativo, mettendo i fogli di fronte a noi sulla scrivania iniziò a disegnare, disegnare e parlare... gli tenni il seguito per qualche istante ma poi fui innegabilmente distratta dal sentirlo così estremamente vicino...sentivo il suo corpo in ogni preciso punto in cui sfiorava il mio, percepivo l'intensità con cui premeva il pennarello sul foglio, ascoltavo il rumore della carta che prendeva vita insieme alle sue parole che facevano da sottofondo ai miei pensieri che sembravano sospesi tra il reale e l'utopia... il suo respiro soffiò lieve e involontario sul mio collo. Con un gesto quasi incondizionato mi voltai verso di lui, lui si girò verso di me e smise di parlare.
Io lo fissavo languida, sentivo tremare leggermente le labbra che, socchiuse, erano attratte come calamite dalle sue. Il suo sguardo oltrepassava le lenti e colpiva diretto e deciso il mio. Statico e magnetico, aveva tutta l'aria di essere un momento sospeso nel tempo, anche pensare era diventato un gesto difficile da mettere in atto...controllavo il mio respiro ma non abbastanza efficacemente, il mio petto sussultava, affondava, mal celava le mie intenzioni...lui non poneva fine alla mia dolce agonia. Io neppure. un'inaspettata pioggia battente sui vetri delle finestre sciolse irreparabilmente la tensione che si era così volutamente creata. maledetta pioggia. -"dicevamo?" disse lui con un filo di voce -"non ricordo" risposi io con aria leggermente sconsolata... mi alzai togliendomi da quell’ abbraccio che per il mio desiderio era diventato una morsa soffocante -"io ho bisogno di un caffé, torno subito" lui mi guardò confuso ed io mi allontanai in fretta in direzione della macchinetta. Oltrepassai il corridoio semibuio e arrivando nella saletta della pausa non potevo fare a meno di rivedere quella scena appena successa. Accesi la luce, premetti il tasto on della macchina e aspettando che fosse pronta non sapevo come resistere al nodo di tensione che sembrava strangolarmi, volevo piangere, volevo ridere, volevo andare da lui ed essere davvero sincera. La lucina della macchina divenne verde, misi il bicchiere di plastica bianco sotto l'erogatore e premetti l'ennesimo bottone. il caffé scendeva ed io non riuscivo ad interrompere il flusso dei miei pensieri tanto insoddisfacenti... stavo bevendo e la testa non smetteva di girare, il mio sguardo sempre basso, i miei pensieri sempre altrove...giunsi alla tragicamente ironica conclusione che se non avevo ottenuto quel che volevo, almeno avevo uno spunto per la mia tavola a tema... e la sua voce :"è ancora accesa la macchina?" -"si è accesa" -"bene" Infinitamente stupida, mi sentivo come una bambina che interpreta fiabescamente la gran parte delle cose che le accadono, il granchio che avevo preso pesava imponente sul mio instancabile orgoglio... Pur non essendo talentuosa, fin da piccola ero sempre stata intelligente, ero sempre riuscita a capire. ma capire cosa? il vero che pareva nascondersi dietro le mie illusioni sembrava essersi dissolto come lo zucchero di canna nel mio caffé triste. seguivo questo sciocco parallelismo quando mi accorsi che il caffé era finito e che sul fondo del bicchierino aveva resistito un mucchietto di granelli, ingenuamente sorrisi come se in quel dolce deposito fosse ancora viva un po’ di speranza...